Piccole followers crescono (il Garantista, 21-06-2014)
Vorrei provare quel senso d’eccitazione da sabato che prova un’adolescente disadattata nel vagliare gli accessori più tamarri che ha per appostare uno stinginato che le piace e che a stento le dirà “Ciao”.
Quanta gente insignificante abbiamo inseguito in vita nostra! A metterli insieme avremmo potuto allestirci il pubblico di Forum. Siamo andate dietro a così tante bestie che l’unica consolazione alla vergogna nel ripensarci è che fortunatamente non siamo state ricambiate (e che nessuno se li ricorda più). Pensa se ci avessero voluto! Pensa se uno solo di quei tontoloni a cui abbiamo riservato inseguimenti di massa su Corso Mazzini ci avesse degnate di uno sguardo! Chissà in che condizioni saremmo ora? Forse avremmo due o tre pargoli alle elementari, una cucina in muratura e una bifamiliare sulle T di Paola. Forse ieri saremmo andate a farci fare i boccoli col ferro per andare a vedere i saggi di danza delle nostre prosecutrici, panzute e scoordinate, per noi prossime etoile alla Scala. Forse oggi staremmo a fare polemica sui social vivisezionando la pagella dei nostri Einstein imprecando contro le ingiustizie della scuola, il costo della politica e piove Governo ladro. O forse saremmo in qualche trasmissione del pomeriggio protagoniste dell’ultimo massacro familiare regalando ai nostri vicini i famosi cinque minuti di celebrità – “Era bizzarra ma gentile”, “C’era qualcosa che non andava, si truccava troppo” – e al nostro Fb un’impennata di commenti (“Ci vuole la sterilizzazione”, “Lapidatela!”). Bisognerebbe sempre ricordarsi di impostare al massimo la privacy del proprio profilo prima di andare a trucidare qualcuno, altrimenti, poi, mentre siamo in gabbia, si riempie di giustizieri da tastiera e quando una decina d’anni dopo usciamo per buona condotta lo troviamo infestato di improperi.
Condizionale a parte, il nostro presente è il risultato degli innumerevoli – nonché inspiegabili – rifiuti subiti. La nostra libertà, la somma dei rigetti ricevuti. Il nostro charme, il prodotto dei dinieghi accumulati. Ha tutto più senso visto da questa prospettiva. Che non da quella di un cranio osservato da dietro che ondeggia spavaldo fingendo di non accorgersi di noi appresso. Come se non accorgersi di noi fosse possibile! Cari crani in ascolto, che adesso vi ritrovate in casa una faina agguerrita che strepita per la parete attrezzata, questa è la punizione divina per non esservi girati a guardarci. E la dimostrazione per noi che tutto faceva parte di un disegno più grande. In poche parole: mica credevate di piacerci davvero? Non s’insegue perché ti piace qualcuno: s’insegue perché ti piace inseguire.
Carla Monteforte è una socialite professionista e make-up addicted, prestata occasionalmente al giornalismo. Se non è a Cosenza, Roma o Madrid, provate al bar