Make up, accidia ed autolesionismo
Il trucco per me non è una passione, è un disturbo compulsivo. Ed è proprio la compulsione che ogni giorno mi spinge ad aggiungere su Instagram nuovi account appartenenti a guru (o perfette sconosciute) del make up provenienti da ogni angolo del pianeta con particolare predilezione a quelle Made in Medio Oriente. Perché è lì che risiede la Mecca del beauty che ha il volto paralizzato di esemplari di femmine ricche, dai capelli d’ebano, pelle olivastra, senza imperfezione alcuna come le loro makeup station. Instagram è per me diventata una scatola cinese in cui non v’è traccia delle portinerie di Facebook (di cui invece guru sono io) ma in cui ogni giorno scopro tesori e illuminanti infiniti, costosi e che non posso permettermi soprattutto perché introvabili in questo angolo di mondo in cui invece sono confinata io. C’è da dire però che in fondo a quella scatola il tesoro più prezioso che ogni giorno scopro non è il nuovo Glow kit di Anastasia ma il coraggio. Il mio a presentarmi ancora in pubblico dopo essermi torturata per ore con queste fregne assurde – quanto i loro beauty – che mi ricordano quanto sono misera
Carla Monteforte è una socialite professionista e make-up addicted, prestata occasionalmente al giornalismo. Se non è a Cosenza, Roma o Madrid, provate al bar