Sanremo, belve alla riscossa per Paola e Chiara
Hanno aperto le gabbie, e siamo usciti: le belve. Sodomiti attempati e redivive perpetue che da due decenni attendevamo Paola e Chiara. Ci perdoni Francesca Fagnani, recente icona queer, ma nella vita esistono delle gerarchie.
Un Sanremo da riavvolgere al contrario come un disco satanico (avvisate l’onorevole Morgante) quello del secondo atto, in cui una comunità di reduci (di Muccassassina e Plastic) ha rivendicato il proprio diritto di fare ancora Furore. E così sia: vamos a bailar esta vida nueva alla faccia di chi ci vorrebbe a dibattere di Rosa Chemical. Grazie, abbiamo già dato.
Povero Libero, oggi sì che avrebbe potuto titolare “Omosessuali alla riscossa”, peccato si sia bruciato il claim al Primo maggio per Zan e Fedez, spedito ieri in crociera per non alimentare sospetti di monopolio. La notizia è che il marito di Chiara Ferragni ha eseguito il suo monologo durante un down social.
La navigazione di Ama è andata avanti invece liscia, senza mareggiate. La festa dell’equipaggio ha avuto il momento più trasgressive con i Black Eyed Peas che hanno visto una Ventura scatenata in platea in rappresentanza, essendo il festivàl dell’inclusione, di tutte le zie ai diciottesimi di nipoti che vorrebbero sotterrarsi. Quelle zie siamo noi.
E adesso passiamo alla parte ostica: i monologhi rosa. Quelli inventati da Ama per giustificare il termine co-conduttrici invece di valletta che in tempi di nuovi linguaggi non si può più usare. E che al pubblico non è dato attaccare sennò sei misogina o, peggio, invidiosa. Manco alle medie.
I compromessi della guerra al patriarcato: può prenderne parte chi la capitalizza ma guai a dire che un intervento resti un intervento (un compitino) e con la conduzione non c’entri proprio nulla.
La Fagnani non ha certo bisogno di adulazioni, si piace già tantissimo. Per cui ci esonereremo dallo sviscerare il suo scritto perché già dalla lettura dei nomi dei concorrenti in gara sul cartoncino era chiaro che sul palco dell’Ariston ci fosse capitata una professionista.
Il tetto di cristallo invece resta là, in questa notte di sole. Furore Furore.
Carla Monteforte è una socialite professionista e make-up addicted, prestata occasionalmente al giornalismo. Se non è a Cosenza, Roma o Madrid, provate al bar